
Fotovoltaico “fai da te”: tutto quello che c’è da sapere (e perché conviene farlo in modo professionale)
Fotovoltaico “fai da te”: tutto quello che c’è da sapere (e perché conviene farlo in modo professionale)
Negli ultimi anni sono aumentate le ricerche sul fotovoltaico fai da te: kit pronti all’uso, tutorial, annunci con promesse di risparmio immediato. La domanda che riceviamo spesso è sempre la stessa: “Posso farmi l’impianto da solo?”.
La risposta corretta è: dipende da cosa intendi per “fai da te”. Alcuni micro-sistemi plug&play sono legittimi e utili per coprire piccoli carichi; un impianto domestico connesso alla rete è invece un’altra storia: richiede progettazione, pratiche, sicurezza elettrica e conformità normativa.
In questo articolo facciamo chiarezza: cos’è davvero il fotovoltaico fai da te, quali sono limiti, rischi e responsabilità, cosa cambia rispetto a un impianto professionale e perché — nella maggior parte dei casi — affidarsi a un installatore qualificato è la strada più efficiente, sicura e conveniente nel tempo.

Che cosa intendiamo per “fotovoltaico fai da te” e professionale
Kit plug&play da balcone
Sono i sistemi da 300–800 W che si collegano a una presa Schuko dedicata. Servono a ridurre il consumo di base diurno (router, frigo, stand-by). Sono semplici da montare e spesso non richiedono opere edilizie.
Pro: accesso rapido al solare, nessuna pratica complessa, costo contenuto.
Contro: potenza limitata, nessuna integrazione con batterie/inverter di casa, monitoraggio basico, marginale impatto sulla bolletta.
Impianto residenziale connesso alla rete (grid-connected)
Parliamo di sistemi da 3–6 kW (o più), integrati nell’impianto elettrico, con inverter dedicato, quadri di protezione, eventuale batteria di accumulo, monitoraggio e pratiche con GSE e distributore.
Pro: abbattimento consistente della bolletta, integrazione con accumulo, gestione carichi intelligente.
Contro: richiede progetto tecnico, installazione a regola d’arte e iter autorizzativo. È qui che il “fai da te” diventa rischioso.
Perché l’impianto “serio” non è un progetto da bricolage
1) Normative e pratiche: senza, rischi di fermarti prima di iniziare
Un impianto connesso alla rete necessita di dichiarazioni, schemi elettrici, dispositivi di interfaccia, comunicazioni al distributore, registrazione (es. RID/SSP o meccanismi attuali) e rispetto di norme tecniche.
Senza iter corretto puoi ritrovarti con un impianto non allacciabile, o peggio con sanzioni e obbligo di disattivazione.
Punto chiave: l’allaccio alla rete non è un “colpo di fortuna”. È una procedura tecnica e amministrativa che deve essere perfettamente in ordine.
2) Sicurezza elettrica e antincendio: non è materia opinabile
Parliamo di tensioni DC elevate sul tetto, correnti importanti e sovratensioni (scariche atmosferiche, manovre rete). Servono protezione contro le sovratensioni (SPD), differenziali idonei, sezionatori, cablaggi corretti, pressacavi impermeabili, messa a terra dedicata.
Un errore qui significa rischi per le persone e per l’edificio.
Punto chiave: un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico complesso. Deve essere progettato e installato da personale qualificato.
3) Tenuta della copertura: infiltrazioni e garanzie del tetto
Fori, staffaggi, passaggi cavi, pressioni del vento: la posa impropria è la prima causa di infiltrazioni e decadimento delle guaine.
Un’azienda specializzata usa sistemi di fissaggio certificati, valutazioni di carico strutturale, linee vita e garantisce la tenuta nel tempo.
4) Prestazioni: stringhe, ombre e mismatch possono farti perdere anni di risparmio
Orientamento, inclinazione, mismatch tra moduli, ombreggiamenti stagionali, dimensionamento dell’inverter e curva di potenza: piccoli errori portano a perdite del 10–25% di produzione.
Un progetto professionale usa software di simulazione, ottimizza stringhe e MPPT, prevede eventuali ottimizzatori dove servono.
5) Garanzie e assicurazioni: cosa decade con il fai da te
Molte garanzie dei produttori e coperture assicurative richiedono installazione a regola d’arte e dichiarazione di conformità.
Se l’impianto è montato da non abilitati, potresti perdere tutela su moduli, inverter e sul tetto in caso di danni.
Ma allora quando ha senso un “fai da te”?
Il fotovoltaico "Fai da te" può avere senso in questi due casi:
Micro impianti plug&play per ridurre il consumo di base diurno.
Contesti sperimentali non connessi alla rete (ad es. off-grid per baite, camper, barche), con competenze elettriche reali e valutazione dei rischi.
Per tutto il resto — impianti domestici collegati alla rete, con accumulo, gestione carichi, backup — il fai da te rischia di costare di più nel medio periodo tra mancata produzione, guasti, pratiche bloccate e assenza di garanzie.
Fai da te vs impianto professionale: confronto onesto
Progettazione
Fai da te: layout a intuito, scarsa analisi di ombre, stringhe non ottimizzate.
Professionale: sopralluogo, rilievo, simulazione di producibilità, studio di carichi e dimensionamento inverter/batteria.
Pratiche e allaccio
Fai da te: iter incerto, rischi di non connessione.
Professionale: pratiche con distributore e GSE eseguite correttamente, collaudo e messa in servizio.
Sicurezza e conformità
Fai da te: protezioni incomplete, cablaggi non certificati, rischi reali.
Professionale: SPD, sezionatori, protezioni a norma, posa certificata, dichiarazione di conformità.
Performance e Ritorno sull'investimento
Fai da te: perdite per errori di progetto e ombre non gestite, assenza di monitoraggio avanzato.
Professionale: produzione massimizzata, monitoraggio in tempo reale, assistenza che preserva il Ritorno sull'investimento.
Garanzie e post-vendita
Fai da te: garanzie limitate o non applicabili, nessun referente dopo l’acquisto.
Professionale: garanzie lunghe su moduli e inverter, assistenza e manutenzione programmata.

Il nodo “accumulo” e “backup”: il punto dove il fai da te si ferma
Integrare una batteria di accumulo non è montare “una scatola in più”. Bisogna dimensionare kWh utili, potenza di carica/scarica (kW), limiti MPPT, strategie di priorità carichi, interfaccia con eventuale backup.
In caso di blackout, serve la funzione di isola/backup: scelta dell’inverter giusto, sottoquadro essenziali o ATS per la casa intera.
Qui il “fai da te” finisce rapidamente: senza progetto e collaudo si rischia di non avere continuità quando serve davvero.
Cosa offre un’installazione professionale Serenergy
1) Progetto su misura
Analizziamo consumi reali, profili orari, abitudini e obiettivi (risparmio, indipendenza, eventuale batteria o wallbox). Simuliamo la producibilità sul tuo tetto considerandone orientamento, inclinazione e ombre.
2) Iter autorizzativo completo
Gestiamo permessi, pratiche di connessione e GSE, dispositivi di interfaccia, dichiarazioni e collaudo. L’impianto nasce già conforme e pronto a produrre.
3) Installazione a regola d’arte
Strutture certificate, impermeabilizzazione corretta, protezioni elettriche SPD/Differenziali/Sezionatori dimensionate, messa a terra dedicata, cablaggi e passaggi curati.
4) Monitoraggio e tuning
App dedicata per vedere produzione, consumi e stato batteria. Nei primi mesi ottimizziamo le logiche (soglie, priorità), in modo che l’impianto renda al massimo senza che tu debba pensarci.
5) Garanzie e assistenza
Garanzie lunghe su moduli e inverter, supporto post-vendita, manutenzione programmata e interventi in caso di eventi meteo avversi. Un referente unico per tutto.
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FAQ - Domande frequenti sul fotovoltaico fai da te
Posso montare da solo un impianto da 3–6 kW e collegarlo alla rete?
Tecnicamente potresti assemblare i componenti, ma senza pratiche e dichiarazioni l’impianto non viene connesso e non è assicurabile. Inoltre rischi sulla sicurezza. Per gli impianti connessi alla rete, il fai da te non è consigliabile.
I kit plug&play sono utili?
Sì, come soluzione entry-level per ridurre il consumo di base diurno. Ma non sostituiscono un impianto con inverter dedicato, protezioni, batterie e gestione carichi.
Quanto risparmio col fai da te rispetto al professionale?
Il prezzo di acquisto può essere inferiore, ma spesso è vanificato da mancata ottimizzazione, assenza di garanzie, fermi impianto, pratiche bloccate. Sul ciclo di vita (20–25 anni) un impianto professionale rende di più.
Se installo io, perdo le garanzie?
Dipende dai produttori, ma spesso le garanzie richiedono installazione a regola d’arte e dichiarazione di conformità. In caso di danni al tetto o a terzi, l’assenza di certificazioni è un problema serio.
Posso aggiungere da solo una batteria a un impianto esistente?
La retrofit va studiata: compatibilità elettrica, firmware, potenza di carica/scarica, protezioni, eventuale backup. L’intervento fai da te qui è sconsigliato: troppi parametri critici.
Errori comuni da evitare
Sottovalutare la parte elettrica: le stringhe FV lavorano a alta tensione DC; non è un impianto a bassa complessità.
Pensare che l’allaccio sia automatico: senza iter e conformità, l’impianto resta spento.
Risparmiare su staffaggi e impermeabilizzazione: le infiltrazioni si pagano care.
Ignorare ombreggiamenti e mismatch: anche pochi punti percentuali di perdita ogni anno valgono migliaia di kWh nel tempo.
Niente monitoraggio: senza dati non sai se e quanto stai realmente risparmiando.
Conclusioni: il fotovoltaico sì, ma fatto bene
Il fotovoltaico fai da te può avere senso solo per piccoli sistemi plug&play o contesti particolari off-grid. Se parliamo di un impianto domestico connesso alla rete, con obiettivo di risparmi concreti e duraturi, la scelta più intelligente è quella professionale: progetto, pratiche, sicurezza, performance, garanzie e assistenza.
Con Serenergy hai un partner che si prende carico di tutto:
analisi dei consumi, progettazione e simulazioni;
pratiche e connessione a regola d’arte;
installazione sicura e collaudo;
monitoraggio, garanzie e post-vendita.
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